sabato 22 dicembre 2007

La meningite

L'essere informati è un grande vantaggio anche se poi ci si può fare veramente poco...

Meningite
Le informazioni qui riportate hanno solo un fine illustrativo: non sono riferibili né a prescrizioni né a consigli medici.
La meningite è una malattia infiammatoria delle membrane che rivestono l'encefalo, principalmente pia madre ed aracnoide, e del liquido cerebro-spinale (liquor). La causa può essere infettiva (batteri, virus, miceti, parassiti) o anche un agente chimico o fisico. È possibile anche che una risposta flogistica meningea venga in risposta ad una invasione da parte di neoplasie o nel corso di malattie autoimmuni.
Si riconosce la meningite acuta e la meningite cronica: è definita acuta se il quadro clinico si completa nell'arco di ore o giorni, mentre è cronica quella con sintomatologia che si protrae per settimane o mesi. La mortalità varia chiaramente in rapporto all'agente infettante e in generale la forma virale è più benigna, mentre quella batterica ha mortalità significativamente maggiore.
Oltre a mettere a rischio la vita, la meningite può causare gravi sequele neurologiche: la forma da Haemophilus influenzae tipo B ha mortalità molto bassa ma causa deficit intellettivi in oltre il 30% dei bambini colpiti, mentre la meningite pneumococcica, gravata da alto tasso di letalità, solo raramente lascia esiti nei sopravvissuti.
Eziopatogenesi
I microorganismi per causare meningite devono penetrare nello spazio subaracnoideo e per farlo hanno quattro modalità principali:
penetrazione diretta dall'esterno (dopo chirurgia, traumi, etc.);
da focolai infettivi vicini (foruncolo ala del naso, otiti, osteomieliti vertebrali, etc.);
disseminazione ematogena, modalità più comune (da focolai polmonari o altrove in seguito a batteriemia);
via linfatica perivenosa, direttamente dalle cavità nasali (solo le meningite da amebe).
Sintomatologia
Come già detto sopra, si distingue la meningite acuta, con sintomi esorditi da meno di 24 ore, rapidamente ingravescenti, da quella cronica con sintomi presenti da molto più tempo e meno esplosivi. Il quadro clinico varia molto in base all'età ed in particolare può essere molto atipico alle età estreme della vita. La sintomatologia tipica nell'adulto è costituita da:
sintomi soggettivi (cefalea, mialgie, fotofobia, vomito anche senza assunzione di cibo);
segni obiettivi (febbre elevata, alterazioni di coscienza, rigidità nucale, segno di Brudzinski e di Lasègue).
Possono poi essere presenti crisi convulsive generalizzate, deficit di nervi cranici e raramente segni di lesione piramidale.
Un paziente con meningite è estremamente sofferente, iperestesico, e a volte assume a letto la posizione a "cane di fucile", in decubito laterale con ginocchie flesse e capo iperesteso.
Chiaramente poi ci sono i segni della malattia di base, batterica o virale di cui la meningite può essere una complicanza: nella forma meningococcica si associa un quadro di setticemia, con alterazioni della coagulazione, petecchie, emorragie; la forma da Hemofilus influenzae fa spesso seguito a otite purulenta; nelle forme croniche spesso sono più rilevanti i segni di ipertensione endocranica.
Nell'anziano il tutto è spesso molto sfumato: febbre scarsa, così come i segni meningei, mentre può essere importante l'alterazione di coscienza.
Diagnosi
Come per tutte le malattie il primo passo per la diagnosi è sospettarla, ed in questo il quadro clinico e l'anamnesi hanno ruolo centrale.
L'esame cardine della diagnostica è l'analisi del liquor, con analisi citochimica e colturale. Fondamentale in presenza di edema della papilla o segni di lato eseguire una TAC o RM del cranio per escludere una lesione spazio-occupante, nel qual caso eseguire la rachicentesi è controindicato.
Sono tre le tipologie di liquor di fronte a cui ci si trova in genere (ma se il paziente è anziano o ha assunto antibiotici il quadro laboratoristico può essere confondente):
meningite virale: liquor limpido, incolore, a pressione moderatamente aumentata, con cellularità aumentata sino a circa 500/mm³ e prevalentemente mononucleati, proteinoracchia sino a 1 grammo/l e glicoracchia normale;
meningite batterica: liquor torbido, a pressione molto aumentata così come la cellularità (anche 5-10 mila cellule/mm³), prevelentemente polimorfonucleati, spesso si evidenziano batteri, la proteinoracchia è molto alta e la glicorachia molto bassa;
meningite subacuta di varia eziologia: liquor incolore, pressione aumentata, cellularità mediamente aumentata, composta da mononucleati, a volte si evidenziano batteri , la proteinoracchia è aumentata e la glicoracchia ridotta.
Come già detto, i pazienti anziani, con recente terapia antibiotica, immunodepressi o altrimenti defedati, possono avere quadri liquorali anche molto diversi. L'esame del liquor consente di impostare.
Terapia
Per quanto riguarda la meningite batterica, la terapia più adeguata risulta essere quella antibiotica. È molto importante anche sottoporre a profilassi tutte le persone che sono state a stretto contatto col malato, visto che la meningite è una patologia alquanto contagiosa e pericolosa.

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